Le radici storiche dei racconti di fate by Vladimir Jakovlevič Propp

autore:Vladimir Jakovlevič Propp
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2017-09-30T04:00:00+00:00

II. L’oggetto fatato

15. L’oggetto e l’aiutante.

L’analisi dell’aiutante fatato agevola e prepara quella dell’oggetto fatato. Tra l’uno e l’altro sussiste una strettissima parentela.

È facile rilevare che questi oggetti costituiscono soltanto un caso particolare di aiutante. Gli aiutanti, siano essi creature vive oppure oggetti fatati, funzionano in massima nello stesso modo. Cosí, a esempio, il cavallo trasporta l’eroe nella terra lontana, ma il medesimo scopo si raggiunge col tappeto volante o con gli stivali che camminano da soli. Il cavallo sconfigge il nemico, ma anche il randello li batte e li fa perfino prigionieri. Naturalmente esistono aiutanti specifici e oggetti specifici che non sono intersostituibili, ma questi singoli casi non costituiscono un’infrazione al principio della loro affinità morfologica. Nella fiaba gli oggetti fatati sono cosí numerosi, che una loro analisi descrittiva non condurrebbe a nessun risultato. Sembra che non vi sia nessun oggetto che non possa figurare come oggetto fatato: capi di vestiario (il cappello, la camicia, gli stivali, la cintura), oggetti di adornamento (l’anello, le forcelle), strumenti e armi (la spada, il randello, la stampella, l’arco, lo schioppo, la frusta, il bastone, la mazza), ogni specie di bisacce, di sacchi, di borsellini, di recipienti (botti), parti del corpo di animali (peli, penne, denti, la testa, il cuore, le uova), strumenti musicali (zufoli, corni, cetre, violini), oggetti diversi di uso comune (l’acciarino, la pietra focaia, asciugamani, spazzole, tappeti, gomitoli, specchi, libri, carte da giuoco), bevande (acqua, filtri), frutta e bacche. Per quanto si classifichino e si elenchino, questa enumerazione non dà la chiave per comprenderli.

Non otterremo risultati migliori neppure trattando questi oggetti sotto l’aspetto delle loro funzioni. Le medesime funzioni si attribuiscono a oggetti diversi, e viceversa. Cosí, a esempio, i giovanotti in gamba che eseguiscono gli ordini dell’eroe possono balzar fuori dal corno (Af. 108), dalla bisaccia (Af. 109), dalla botte (Af. 109 II), da una cassetta (Af. 111), da un bastoncino col quale si percuote la terra (Af. 113 b), dal libro fatato (Af. 122 a), da un anello. Noi studieremo a parte queste funzioni: cosí la funzione del trasferimento dell’eroe nel regno lontano è argomento d’un capitolo a sé.

Perciò classificheremo in modo diverso gli oggetti fatati: non li studieremo, cioè, per gruppi di oggetti, come tali, e neppure a seconda delle loro funzioni, ma secondo la loro comunanza d’origine, per quanto ce lo permetteranno i materiali.

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